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FLAG BLABLABLA
Palazzo delle Paure di Lecco

Articolo Lecco Today

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La bandiera come simbolo fondativo, inviolabile della nazione. La bandiera come emblema della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza. L'icona assoluta dei valori di una società civile. Il vessillo in cui tutti gli individui possono riconoscersi. Ma questa stessa bandiera, caricata di retorica, prolissità, falsa eloquenza, rischia di perdere il suo valore universale, la sua energia semantica, il suo messaggio di coesione e accoglienza. Fabrizio Dusi in linea con la sua ricerca sui temi della comunicazione e dell'identità evoca il tricolore attraverso il lemma protagonista del suo lessico visivo.



La celebre serie dei Bla Bla Bla, metafora ironica e pungente di uno stato di loquacità permanente, assume le tinte e le forme della bandiera italiana alludendo al fiume di parole che, pronunciate in nome del paese ma senza un reale messaggio di unità, finiscono per svuotarsi di senso, impoverirsi come discorsi vacui. Un'immagine radicata nella coscienza collettiva, filtrata dall'intervento dell'artista diventa allora veicolo di una riflessione ampia sul dramma della incomprensione, della logorrea verbale che non rispetta la profondità dei simboli. In epoca buia di intolleranze, spaccature sociali, diritti calpestati, umanità ferita, la luce fluorescente che fa vibrare il tricolore di Dusi allude alla necessità storica di recuperare una memoria collettiva, un collante urgente per le fratture generate dall'uso esasperato dei social media, dei tweet, dei commenti a raffica, dei martellanti, vani, ossessivi bla bla bla. La bandiera implora un sguardo deferente verso la storia che rappresenta, azzittisce gli stolti, invoca il silenzio della ragione e della comprensione.

Chiara Gatti